Dormire, va bene. Ma la qualità?

Dormire fa bene. E dormire si deve, per ricaricare le nostre batterie, dopo una intera giornata di impegni e lavoro. E dormire serve anche ( e soprattutto) a pulire le scorie della nostra mente. Almeno 6 ore, è importante staccare con un buon sonno, per permettere l’operazione washing.

Ma il dormire, nel senso pieno del termine “riposare”, non significa sempre quello di avere un buon sonno.

Parliamo del dormire ovviamente dal punto di vista qualitativo, cioè quello continuo e profondo, quindi con pochi risvegli, senza anticipazioni al mattino, o scarse difficoltà di addormentarsi.

In questi ultimi mesi molti hanno visto cambiare la qualità del sonno, perché la psicosi generata da questa pandemia, ha indubbiamente inciso sul nostro sistema psico neurovegetativo.

Molte le tensioni e le incertezze sul futuro, tali da levare la qualità delle ore dedicate al riposo, per molti.

E per correlare la qualità del sonno ad altri aspetti della vita al tempo del Coronavirus, dallo stress percepito all’isolamento ed agli indici psicologici quali ansia e depressione, sarebbe opportuno andare a spiegare cosa significa l’isolamento.

Il rapporto tra stress, isolamento e sonno non è nuovo alla letteratura scientifica internazionale, ma nuovo è il contesto di riferimento. È stato studiato l’isolamento, ad esempio, all’interno di una stazione spaziale o di alcune basi in Antartide, ma oggi si va ad affrontare una indagine rispetto a un contesto completamente diverso.

Tutti abbiamo vissuto una situazione assolutamente eccezionale, su larga scala, che ha coinvolto l’intero territorio nazionale, ed oltre.

I dati parlano dell’impatto negativo di questo evento sulla qualità del sonno, ma non è sempre così scontato.

Per qualcuno l’impatto con questa clausura forzata è stata anche positiva. Può sembrare sorprendente, ma se pensiamo ai giovani, agli studenti abituati a svegliarsi presto non per piacere, ma per dovere, che in questa circostanza riescono a dormire più e meglio, come hanno più tempo da dedicare al sonno quelle persone che in questo periodo non vanno a lavorare, possiamo comprenderlo.

Naturalmente molto dipende anche dallo “stress percepito” e da altre variabili, ma l’impatto negativo sulla qualità del sonno non è scontato per tutti. Siamo tutti esseri diversi, ognuno con le nostre peculiarità, ed anche risposte soggettive agli eventi.

Anche questo aspetto, quello del sonno, come altri riguarda la capacità o naturalità della risposta alla situazione che ci ha ( bene o male) messo di fronte ad una realtà difficile, inusuale.

Il ritorno alla normalità, farà sì che anche le nostre ore notturne tornino a fornire il recupero psico fisico necessario per affrontare le nostre giornate.

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