Sei dipendente dai like?

Sei dipendente dai like? Perché li ami così tanto ?

Ad oggi gli utenti attivi sulle piattaforme social superano i 4 miliardi (We are social, 2021).

Sono passati ormai più di 10 anni dal primo social in rete. Nel tempo i social network sono cambiati per aspetto, opzioni, funzionalità, ed anche finalità  Ma assieme a tutto questo è cambiato anche il loro uso, e la nostra motivazione.

Sono nati per ” restare in contatto”, o per rintracciare parenti e amici d’infanzia, e , perchè no, per fare anche nuove conoscenze, trovare partner.

Oggi ci viene da sorridere, ma se torniamo indietro nel tempo (e chi c’era può ben ricordarlo!) possiamo tutti ritrovarci in questo quadro.

Poi, però, una volta scoperto la magìa di questo mezzo di comunicazione, oltre alla ricerca delle nostre radici, è arrivata anche la voglia di esprimere opinioni e socializzare con persone nuove, magari con i nostri stessi interessi: dalle ricette alla politica, dalla musica, lo sport, per condividere punti di vista su specifici argomenti.

Li usiamo più o meno tutti, ma  quali sono le motivazioni e, soprattutto i bisogni a cui i social network assolvono, e in definitiva perché i social network ci piacciono così tanto?

In primis per la soddisfazione di alcuni bisogni primari, come il bisogno di appartenenza, di espressione di se stessi, il desiderio di essere parte di una comunità e la necessità di aggregare amicizie. Il tutto condito spesso da fattori molto indiviuali come la timidezza e la autostima. O la mancanza di essa.

C’è chi usa i social media per lo più per mantenere le loro relazioni, chi per esprimere le proprie idee, chi per presentarsi in un certo modo per ottenere più popolarità.

Le neuroscienze ci dicono che diversi soggetti vengono catturati letteralmente dagli stimoli presenti nei social network.

Per esempio, il “like”, una delle più preponderanti funzioni presenti in tutti i social media, quella in particolare che paradossalmente ci rende più vulnerabili.

Che poi, non è altro che il bisogno di ‘avere un posto’, cioè  un ambiente che viene sentito come “proprio”, l’affermazione dellla propria identità.

 

E guai se i “ like” diminuiscono! Si entra in crisi.  Che cosa porta molti di noi, alla ricerca spasmodica di un like?

È il meccanismo del reward learning, in italiano apprendimento per ricompensa.

E’ lo stesso meccanismo che induce i topi in laboratorio ad imparare ad eseguire le azioni, premiate poi con un pezzettino di formaggio.

Noi non siamo topi, ma proprio come loro, anche noi impostiamo il nostro comportamento online in base alla reazione dei nostri seguaci (e così alla ricompensa, conteggiata in like, o cuoricini che riceviamo): più i nostri post vengono apprezzati, più siamo felici; meno consensi riceviamo, più siamo tristi.

Che sia la foto di una colazione, un commento tra amici, una frase romantica… condividiamo praticamente la nostra vita online. E spesso più di quanto sia consigliabile e talvolta con conseguenze poco piacevoli, a dirla in breve.

Ma perché siamo così sensibili ai like sui nostri post, tanto da controllare compulsivamente i nostri profili in attesa di notifiche? Oltre a quanto detto sopra, la spiegazione sta nel nostro cervello; più precisamente in un componente chimico presente in noi, chiamato dopamina.

Detta “l’ormone del piacere e della ricompensa”, ha un grande ruolo nella nostra interazione coi social network.

 

La dopamina è neurotrasmettitore coinvolto nei meccanismi di ricompensa del nostro corpo. Quando siamo sottoposti a stimoli come ascoltare musica del nostro artista preferito, mangiare buon cibo, avere un rapporto sessuale, il nostro corpo rilascia dopamina, trasmettendoci una sensazione di piacere.

Come si sviluppa la dipendenza da social?

Il meccanismo è semplice.  Inizia nel momento stesso in cui postiamo un contenuto. Lo spiego: quando riceviamo un like, o un cuoricino, il nostro cervello lo interpreta come una ricompensa e rilascia una “scarica” di dopamina. Ciò ci spinge a continuare sempre più a “postare”, detto in gergo, per ottenere nuovamente like e reactions.

Questo processo viene definito dopamine-driven feedback loop, e conoscere il suo funzionamento può aiutarci a capire meglio il nostro rapporto con i social.

Ed anche a non diventarne dipendenti.

 

Facciamo un piccolo test: alzi la mano chi si sente meglio quando una sua foto, od un commento sui social riceve più di cento like.

Se siete tra i pochi con la mano rimasta abbassata, i casi sono due: o nessuna vostra foto ha mai ricevuto più di cento like sui social, oppure probabilmente state mentendo.

Perché provare piacere per l’approvazione altrui è un fenomeno insito in noi esseri umani, normalissimo e non da demonizzare, e che trova nei social la sua massima espressione.

Difficile, se non impossibile, sfuggirvi.

D’ora in poi, ogni volta che aprirete un social alla ricerca spasmodica di notifiche con annesso cuoricino, potrete dare tranquillamente la colpa alla dopamina!