Vi sentite soli? Non siete i soli.

Vi sentite soli? Non siete i soli. A tutti capita, prima o poi, di sentirsi soli e non amati. È una sensazione che chiunque ha provato nella propria vita, e riguarda tutti noi, uomini e donne.

Una sera, magari guardando un film sul divano, oppure anche in famiglia, può capitare di ritrovarsi a pensare di non avere qualcuno davvero  “vicino”.

Vicino, accanto davvero.

Ebbene, dobbiamo sapere che sentirsi soli è una sensazione estremamente comune.

È un’emozione, una sensazione che mette in guardia, ci avverte che qualcosa non va e che c’è bisogno di intervenire.

La solitudine nasce dai bisogni non soddisfatti di accudimento e di appartenenza. Perchè è quel bisogno di accudimento, che nasce con noi fin dal primo vagito, o forse anche prima,  che indica la necessità di condividere le proprie emozioni con gli altri e di cercare relazioni intime e stabili.

Poi, c’è il bisogno di appartenenza, cosa diversa che indica invece l’innata socialità dell’essere umano, il suo essere un animale di comunità, il desiderio di far parte di un “branco”. Questi bisogni sono puramente individuali, e sono la radice del motivo per cui alcuni hanno pochissimi amici e affetti e stanno benissimo così, mentre altri si sentono soli anche in comitiva.

Come si può fare per mitigare questo senso di abbandono ? Anzitutto bisogna fare i conti con le proprie aspettative.

Si, si torna sempre lì.  Perchè è quando la realtà e le aspettative non coincidono che scatta la sofferenza.

Ma quanto sono realistiche queste aspettative? Ecco un primo punto su cui soffermarsi a riflettere. Spesso, infatti, la solitudine non dipende da quanti amici si hanno attorno. C’è chi si sente solo anche essendo amato da tante persone, e chi è felice in solitudine.

Le radici sono antiche e profonde, ed è un aspetto soggettivo. Uscire e cercare di conoscere altra gente potrebbe anche non risolvere nulla. O peggiorare quel vuoto interiore. Invece, molto meglio analizzare profondamente le proprie aspettative e speranze con chi terapeuticamente sa farlo, per rendersi conto che spesso si tratta di aspettative irrealistiche e trovare la giusta chiave per andare avanti.

Siamo una società sempre più connessa, tutti on line, quindi tutti più vicini? No. Tutti più distanti e isolati. Paradosso, ma è così.

Perché succede? La solitudine si sta trasformando in una epidemia indipendentemente dall’età.

Perchè l’essere umano ha bisogno di una connessione sociale di “qualità” , in cui prevalga il sentimento di sicurezza e fiducia, quello stimolo costante in cui fluiscono affetto, reciprocità e sostegno. L’assenza di questo diritto vitale può essere devastante.

Sentirsi soli, di tanto in tanto, è normale, ma non lo è provare questa sensazione per mesi o anni.

Secondo i dati dell’ONU, ci sono ormai circa 7,5 miliardi di persone nel mondo, più connesse che mai grazie alle nuove tecnologie, eppure ci sentiamo tremendamente soli. La solitudine ci fa male come non era mai successo prima.

” La solitudine ha un grave impatto anche sulla salute fisica”

Potremmo dire che è tempo di capire che la solitudine può arrivare a farci ammalare seriamente, ad abusare di alcool o cibo, o farmaci, portandoci a conseguenze gravi.

Ed è un errore pensare di essere gli unici a star male. Nessuno può sapere cosa provano davvero gli altri, cosa stanno passando in quel dato periodo, ma c’è una certezza: tutti, prima o poi, fanno i conti con questa dolorosa condizione.

La solitudine emotiva è oggi una delle forme più comuni. Più della solitudine sociale, ovvero quella in cui la persona non gode di una fitta rete di sostegno. La solitudine è sinonimo di esclusione sociale e questa può manifestarsi a qualsiasi età e ha, come già spiegato, gravi conseguenze.

Ricordiamo, dunque, di agire, essere più sensibili e chiedere aiuto se ne abbiamo bisogno.

 

La solitudine è molto bella… quando si ha vicino qualcuno a cui dirlo.

-Gustavo Adolfo Becquer-